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Università in Pakistan; intervista a una studentessa in medicina

Università in Pakistan

Fatima è un’amica che vive in Pakistan. Con lei mi sento regolarmente tramite chat e lettere cartacee. Le amicizie di penna esistono ancora oggi e sono uno strumento prezioso per mettersi in contatto con persone che vivono in paesi lontani, immersi in culture diverse dalla nostra.

Ci scambiamo informazioni e curiosità sui nostri paesi (gastronomia, cultura, religione, musica…). Ci stiamo insegnando a vicenda frasi nelle nostre lingue madri: l’italiano e l’urdu.  Un idioma molto affascinante, ma ostico da imparare. Sono fermo a frasi elementari, nonostante ciò mi sento soddisfatto ad aver imparato a dire: Mera naam Matteo hai, mein aik tareekhdan hun (Il mio nome è Matteo e sono uno storico).

Ho pensato di porre a Fatima domande sul mondo dell’università in Pakistan; ero curioso di come vivessero gli studenti universitari in una terra che ho potuto conoscere solamente leggendo articoli e libri, guardando documentari o servizi del telegiornale.

Ne è nata una “intervista a distanza”. Molto spesso paesi lontani vengono raccontati e descritti come fossero realtà totalmente differenti dalla nostra, senza aspetti in comune, anzi rimarcando le diversità. Nonostante il contesto sia effettivamente diverso ero certo che le ansie, le aspettative, gli impegni e gli svaghi… della “vita universitaria pakistana” avessero punti di contatto con quelli degli occidentali.

Ecco quanto mi è stato raccontato (l’intervista è stata fatta in inglese; spero la traduzione sia buona):

Potresti fare una breve presentazione di te e della tua famiglia?

Sono Fatima tu Zahra e vivo a nella città di Mirpur nella regione del Kashmir. Sono al primo anno del corso di studi in Medicina e Chirurgia. In famiglia siamo tre sorelle e un fratello. Noi tre sorelle stiamo studiando Medicina e Chirurgia mentre il mio fratellino è al sesto anno di scuola: lui è il nostro Jaan, ossia il nostro tesoro. Senza di lui la nostra vita sarebbe stata noiosa, infatti è il motivo per cui la nostra casa è sempre vivace (simile ad uno spettacolo di cani e gatti). Mia madre è preside della scuola femminile governativa, mentre mio padre è un agente di polizia in pensione ed attualmente lavora come avvocato.

Perché hai scelto di studiare medicina?

Ho scelto la medicina per l’ossessione di mio padre per questa professione, quindi in seguito è diventato anche il mio obiettivo. Così ho deciso e ho iniziato a lavorarci sin dal nono anno di scuola e dopo aver completato il liceo (dodicesimo anno di studio), mi sono preparata per l’esame nazionale di ammissione al college medico. Dopo aver superato il test sono stata ammessa alla facoltà di medicina dell’università. Ora è un anno che sto studiando al Poonch Medical College, un’università pubblica sita nella città di Rawalakot. Il supporto e la motivazione che mi ha dato mio padre durante questo viaggio sono stati importanti: c’è stato lui dietro tutto questo.

Com’è l’università in Pakistan? Potresti descriverla?

Il Pakistan, il mio amato paese, è molto capace nel fornire prospettive educative. Prima di tutto, secondo la ricerca globale, la laurea in Pakistan è una di quelle che permette di accedere al sistema educativo canadese. Invece se parliamo delle infrastrutture siamo deboli, poiché i fondi per l’istruzione sono molto limitati. Gli studenti sono davvero laboriosi, ma mancano di opportunità e per questo soffrono. In Pakistan, come in altri paesi, la Medicina e l’Ingegneria sono i due campi migliori per emergere socialmente. Qui esistono due settori educativi: quello privato e quello pubblico. Inoltre, possiamo dire, esistono due tipologie di studenti universitari: quelli laboriosi ed intelligenti e quelli ricchi. Le scuole pubbliche e statali di solito sono frequentate da persone intelligenti e motivate, ma il nostro settore pubblico non è ben sviluppato e manca di strutture mentre nelle realtà private, che dispongono di situazioni più nuove, sono iscritte persone più ricche. I nostri sistemi di test e prove sono leggermente diversi a seconda che il settore sia pubblico o privato. Per esempio nell’educazione pubblica i test hanno ancora uno stile tradizionale, mentre nelle strutture private si stanno sperimentando nuovi modi per svolgere le prove d’esame. Per quanto riguarda i professori e i miei compagni di classe, la maggior parte dei miei “colleghi” è cooperativa e c’è un grande spirito di gruppo tra noi. Mentre i professori fanno del loro meglio per offrirci una buona preparazione e ricevono anche un buon feedback da noi. Inoltre, a modo loro, i professori ci permettono, ogni tanto, di rilassarci.

Come si divertono e vivono gli studenti?

A livello universitario noi studenti siamo abbastanza abili da mantenere l’equilibrio tra gli studi e le attività extracurriculari. Ci sono diversi eventi organizzati dall’università oltre ai seminari e conferenze per l’orientamento e la formazione degli studenti. Vengono organizzate gite e feste dalle varie comunità universitarie. Per una mente sana sono necessarie anche queste attività. Io vivo in un ostello interno al campus. È abbastanza difficile sopravvivere qui, a causa della mancanza di strutture adeguate, ma nonostante ciò troviamo modi per divertirci e vivere ogni singolo momento. Mi piace ascoltare canzoni specialmente quando mi sento giù; infatti quando sono depressa o mi sento ansiosa ascolto musica che include principalmente generi di stampo spirituale: Sami Yusuf e Meher Zain sono i miei preferiti. In alternativa mi piace anche ascoltare musica sadcore e canzoni blue.

Ti piacerebbe studiare anche all’estero?

Beh, non ora. Prima di ottenere l’ammissione all’università di medicina, avevo intenzione di studiare all’estero, infatti avevo fatto domanda per vari programmi di borse di studio. Ma ora, a meno che prima non mi sia laureata e abbia fatto uno stage, non ho intenzione di andare all’estero. Comunque dopo la laurea, per la scuola di specializzazione, farò sicuramente domanda anche all’estero.

Quali sono i tuoi sogni? e le tue preoccupazioni?

C’è stato un tempo in cui avevo un sacco di sogni e desideri, ma nel momento in cui ho iniziato a prendere la vita  seriamente sono andati in secondo piano, tranne quello di soddisfare mio padre (come ho già detto prima). Comunque so che altri miei desideri potranno essere esauditi (di solito non sono cose futili, sebbene ho anche quelli), ma come sai tutto richiede tempo quindi devo essere paziente. Uno dei miei sogni è  visitare la Corea del Sud che penso e spero potrò raggiungere dopo aver completato la mia istruzione. Adesso sono abbastanza felice e soddisfatta per quello che sto facendo, anche se la mia vita è diventata 100 volte più complicata e dura rispetto a prima, ma ho legato la mia felicità ad un obiettivo particolare e sono riuscita a raggiungerlo, per grazia di Allah Onnipotente. Il mio cuore è contento. Inoltre la cosa che mi tiene ferma e motivata è che non sono mai da sola perché Allah è sempre con me. Non sono una persona molto religiosa, ma sono diventata matura, osservo ed imparo  ogni giorno. Faccio del mio meglio per mantenere l’equilibrio tra le cose mondane e quelle deen (religiose).

Un grazie a Fatima per aver risposto alle mie domande… شکریہ فاطمہ

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Matteo Alvino

Mi chiamo Matteo Alvino, triestino di 25 anni e aspirante storico di professione (si spera). Mi sono laureato in storia all'Università di Trieste e sto ultimando la specialistica in storia orientale all'Alma Mater Studiorum di Bologna dove mi occupo di rapporti e legami tra Europa e Asia durante l'Età moderna. Gli incontri tra culture diverse mi hanno sempre affascinato, sono diventati centrali nei miei studi e, grazie anche a bellissime esperienze di volontariato, mi hanno dato la possibilità di vivere per alcuni periodi in Africa e in Asia. Buon viaggio a tutti!

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