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Servizio civile e università

Quella bella sensazione di mettersi all’opera

«La bella vita con l’esperienza che segna il volto
le mani libere, in tasca il giusto e nel cuore molto»
(Jovanotti)

Questa è la frase che mi risuonava in testa dal 21 febbraio 2020, il mio secondo giorno di servizio civile ai Cortili del Villaggio del Fanciullo a Bologna, con il GAVCI (Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia).

Sì, perché, tornata a casa quella sera, guardandomi allo specchio ho visto per la prima volta una luce diversa nel mio viso: era un viso un po’ più stanco ma molto più vivo, molto diverso dal viso che ero abituata a vedere nei mesi precedenti, alla fine di giornate di studio apparentemente tutte uguali.

Più o meno all’inizio del mio secondo anno di università ero venuta a conoscenza dell’opportunità per i giovani di fare un anno di servizio civile e mi ero detta: perfetto, finisci l’università, ti laurei e dedichi il primo anno dopo la fine degli studi a questa esperienza. Un ottimo piano, ma non avevo messo in conto che la vita non è fatta di quello che pianifichiamo e programmiamo. La vita è fatta di tutto quello che capita nel mezzo, durante il suo corso, e per me la vita evidentemente non aveva la forma così lineare che mi ero immaginata.

Alla fine del mio secondo anno di università ho avuto l’opportunità di fare un tirocinio di cinque mesi che, in contemporanea al proseguimento dei miei studi, mi ha permesso di mettere in pratica tutto quello che fino a quel momento era stato solamente teoria.

Questa opportunità di mettermi all’opera e di frequentare un ambiente lavorativo mi ha fatto capire che forse la mia strada avrebbe potuto prendere una forma diversa da quello che mi immaginavo: questo pensiero continuava a ripetersi nella mia testa.

Avete presente quando la vita sembra volervi dare dei segnali? Per qualche mese non ho fatto altro che sentir parlare del servizio civile: una vecchia amica che avevo incontrato dopo tempo e che aveva appena finito il suo anno di servizio, dei ragazzi che distribuivano volantini in piazza Maggiore… Poi è arrivato il messaggio giusto al momento giusto: «Il Villaggio del Fanciullo offre l’opportunità di fare il servizio civile, vuoi scoprire di che si tratta?». Sono vicino casa, è un ambiente che un po’ conosco: mi decido a partecipare al bando.

Ma con l’università come si fa?

Ho scelto di iniziare il servizio civile durante il mio terzo anno di università: mi mancavano un esame e la tesi ma sentivo che mi mancavano anche degli stimoli, che potessero tenermi attiva e darmi una spinta in più. Avendo studiato Servizio Sociale, sentivo che il servizio civile presso il Villaggio del Fanciullo avrebbe potuto essere lo stimolo che cercavo.

Così è stato e dal 20 febbraio 2020 la musica per me è cambiata: ho iniziato il servizio civile, ho trovato un ambiente di cui mi sono innamorata, ho scoperto, mentre passavano le giornate, che questa esperienza di lavoro era ciò di cui avevo bisogno in quel momento e finalmente sono riuscita superare il piccolo blocco che mi aveva provocato un esame tosto che mi aveva fatta cadere un po’ di volte.

Esperienze e incontri significativi

Il servizio civile è stato un grande aiuto anche durante il lockdown perché mi ha dato la possibilità di rompere la monotonia ogni giorno. Poi a giugno è arrivato l’ultimo voto che aspettavo, ho concluso la tesi e a luglio mi sono portata a casa la mia laurea in tempo di pandemia.

La cosa più bella è stata scoprire che avevo trovato tante nuove persone che hanno gioito con me di questo traguardo e di tanti altri piccoli traguardi che sono arrivati in questo periodo.

In un anno sono successe tante cose e in questo momento è inevitabile fare qualche bilancio; il servizio civile mi ha permesso di crescere e di arricchirmi di tante esperienze e di incontri che mi hanno insegnato tanto e che porterò con me per sempre.

Per approfondire
Per chi fosse interessato a svolgere esperienza analoga a quella descritta da Francesca, può visionare il sito di SCUBO e il progetto Nessuno escluso a questo link, indicando tra le sedi quella di GAVCI al Villaggio del Fanciullo di Bologna.

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Francesca Ghini

23 anni da poco, mi piace stare in mezzo alle persone, che siano più piccole o più grandi di me. Grazie al Servizio civile ho conosciuto un lavoro che mi ha permesso di incontrare tante persone e vorrei continuare su questa strada anche in futuro. Sono educatrice in parrocchia e amo il mare d’estate, i gelati e le belle serate in compagnia.

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