Il mondo si sta muovendo alla velocità della luce: sono in atto dei cambiamenti radicali che stanno mettendo a dura prova le consuetudini e le certezze a cui eravamo legati e abituati.
Tra le aree maggiormente rilevanti che stanno rientrando in questo vento di rinnovamento c’è sicuramente l’area lavoro.
Obiettivo semplificazione e produttività
Nell’articolo precedente sullo smart working abbiamo spiegato come le aziende, anche a causa della crisi epidemiologica in atto, stiamo implementando strumenti di tele-lavoro in grado di far lavorare le proprie risorse umane anche da remoto.
In questo ultimo periodo sono proprio al collaudo nuovi prodotti di intelligenza artificiale 4.0. che hanno come fine quello di far mandare in pensione i vecchi sistemi ripetitivi e di ruotine, che hanno come conseguenza quello di far dispendere tempo e risorse al personale delle aziende.
L’intelligenza robotica ha come obiettivo quello di eliminare le attività a basso valore aggiunto, che quindi non generano profittabilità e crescita al contesto aziendale.
La prospettiva immaginata è che tra 10 anni il lavoro burocratico possa essere svolto in parziale autonomia dal software robotico in dotazione all’impresa.
Sicuramente il costo iniziale che le aziende dovranno sostenere per avere a disposizione questi strumenti potrà essere alto, ma il ritorno e i benefici economici futuri nel medio-lungo periodo potranno essere soddisfacenti.
Ma come rapportarsi a questi mutamenti in atto in maniera il più proattiva possibile?
Un’opportunità per l’uomo?
Dai dati che emergono dal WEF (Word Economic Forum) nel 2019 svolto a Davos, in Svizzera, grazie all’introduzione artificiale e robotica si svilupperanno, al netto dei posti persi, circa 58 milioni di nuovi posti di lavoro, sempre che l’istruzione offerta si muova in questa direzione offrendo agli studenti le nuove skill che verranno richieste.
Le competenze più ricercate, oltre quelle di una maggiore praticità dell’utilizzo di questi strumenti tecnologici, saranno l’immaginazione, la creatività e l’intelligenza emotiva.
Non resta che attendere sicuramente delle novità su queste tematiche, con la speranza che tutti gli attori coinvolti (aziende, scuole e giovani) siano pronti e preparati a questo nuovo panorama sociale che incombe.
Le aziende dovranno attrezzarsi con percorsi di formazione professionale continui, erogati alle proprie risorse umane in direzione di una maggiore conoscenza e praticità del mondo digitale.
Il tema della formazione permanente sarà un vero e proprio diktat al quale le future generazioni di lavoratori non potranno sottrarsi per essere sempre spendibili e in linea con le esigenze che il mercato del lavoro richiede.
Il mondo dell’istruzione dovrà cercare di porre maggiore focus su queste tematiche digitali, oltre che investire risorse sull’implementazione delle cosiddette abilità relazionali e sociali, ossia la capacità di relazionarsi positivamente con i propri stakeholder.
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