Home » Cultura » «L’incendio» di Cecilia Sala: uno squarcio su una generazione che combatte
Attualità Cultura

«L’incendio» di Cecilia Sala: uno squarcio su una generazione che combatte

Recensione dell'improtante testo "L'incendio" di Cecilia Sala

Cecilia Sala è una giornalista di 28 anni, tiene un podcast intitolato Stories su notizie internazionali e scrive libri, principalmente reportage dei suoi viaggi in zone di guerra. Il suo ultimo libro si intitola L’incendio ed è uscito a settembre 2023, edito da Mondadori. Si tratta di un reportage dei suoi incontri nelle zone più incendiate di questo momento storico. Iran, Ucraina ed Afghanistan sono i luoghi raccontati da Sala attraverso i suoi incontri con la generazione di giovani che stanno lottando per la libertà dei propri paesi: questo libro ha infatti un’intera generazione come protagonista.
Si parla di tre generazioni. La prima è la «generazione perduta» dei ventenni iraniani (così chiamata dalla Repubblica Islamica), che ha iniziato una rivoluzione dopo l’uccisione di Mahsa Amini il 16 settembre 2022. Poi si legge della generazione dei ventenni ucraini, protagonisti dell’ultima rivoluzione riuscita in Europa, quella del 2014, scoppiata per protestare contro il presidente filorusso Yanukovych, che voleva allontanare l’Ucraina da un futuro nell’Unione Europea. Infine si incontrano i giovani afghani nati intorno al 2000, che si ritrovano in casa propria i talebani dopo il ritiro delle truppe statunitensi nel settembre 2021.
Fa un certo effetto leggere interviste a coetanei (per inciso: ho 25 anni) che lottano con tutti i mezzi a propria disposizione per poter girare liberamente senza un hijab, per avere il diritto di studiare, per avvicinarsi a un futuro europeo, e per non dover essere soggiogati da una società basata sulla legge islamica. Quelle libertà che mi sento tanto fortunato a ritenere scontate, già conquistate. E invece in Iran, Ucraina e Afghanistan i giovani combattono ogni giorno con le unghie e con i denti per poter vivere liberi. Nel leggere le testimonianze e le storie dei ragazzi incontrati da Sala, ho tentato di immedesimarmi nelle loro situazioni e ho provato un senso di personale insignificanza dinanzi ad azioni così concrete, coraggiose, ed eroiche.

La rivoluzione in Iran

Nella prima parte del libro, Sala racconta della forza straordinaria delle ragazze iraniane, che dal primo giorno dopo l’uccisione brutale di Masha Amini da parte della polizia morale sono scese in piazza per protestare contro il regime degli Ayatollah. Tante ragazze hanno superato la paura e hanno deciso di non rispettare più le assurde regole che i loro aguzzini le impongono. Da quel momento tutto è cambiato e ormai le ragazze senza hijab sono più di quelle che lo indossano. Che poi le ragazze in Iran siano una forza incredibile lo confermano anche le statistiche. Infatti, esse costituiscono i due terzi degli studenti universitari e la percentuale di donne laureate in discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) supera quella dei ragazzi. Per fare un paragone, in Italia le ragazze iscritte a queste discipline non supera il 40% e a livello mondiale il settore è dominato al 65% dai maschi.
Sala fa notare inoltre come lo studio sia una componente fondamentale della rivoluzione in sé. Data la limitata disponibilità di posti lavorativi nell’imponente macchina burocratica della Repubblica Islamica, sempre più giovani laureati si impegnano per fondare start-up e imprese. La maggioranza di questi è scesa in piazza per la rivoluzione, sapendo di non dover dipendere dallo stato per il proprio sostentamento.
La forza dirompente dei giovani iraniani è stata fermata solo grazie all’infame strategia dell’orrore da parte degli Ayatollah: le impiccagioni in pubblica piazza. Il primo fu Mohsen Shekari, un ragazzo di 22 anni arrestato durante una manifestazione. Un nuovo metodo di repressione del regime di Teheran per scioccare, impaurire e annullare le proteste che fino a quel momento erano state tanto efficaci e popolari.

La generazione ucraina che spinge verso l’UE

La parte centrale del libro è la più consistente ed è dedicata agli incontri di Sala durante i suoi viaggi in Ucraina. Anche in questa zona emerge come la determinazione, il coraggio, ma anche le competenze dei giovani siano risultate fondamentali per la riuscita di Euromaidan (le manifestazioni del 2013 e 2014 per protestare contro la decisione del presidente filorusso Yanukovych di rompere un accordo commerciale con l’Unione Europea) e per la straordinaria resilienza del popolo ucraino a seguito dell’invasione russa del 24 febbraio 2022.
Sala incontra vari protagonisti, come Svetlana, madre di Roman, ragazzo 24enne che nel 2014 era in piazza Majdan a Kyiv e che prima della guerra lottava contro gli oligarchi russi. Morto a Izjum in battaglia, una signora al funerale ricorda all’autrice di come Roman facesse parte della «generazione d’oro», che Putin sta cercando di eliminare per piegare la resistenza ucraina.
E poi Vova, ragazzo che lavora nel tech che, sfruttando le proprie competenze informatiche, è entrato nel gruppo Hacker Zion. Uno degli obiettivi di questo collettivo è quello di mostrare la vera faccia della guerra ai parenti dei soldati russi inviando video girati dai droni sui campi di battaglia.
Tutte storie di giovani coraggiosi che si immolano per la difesa del proprio popolo e della loro volontà di avvicinarsi a un futuro nell’Unione Europea. Putin invece sta cercando di distruggere non solo la generazione d’oro ucraina, ma anche quella dei ventenni russi mandati al fronte come carne da macello con la scusa di «denazificare» un paese vicino. Quella stessa popolazione con cui i russi, prima della guerra, avevano un rapporto di fratellanza e amicizia.

Afghanistan e l’abbandono occidentale

L’ultima parte del libro è dedicata all’Afghanistan, ricaduto in mano ai talebani nell’agosto del 2021. In queste ultime pagine, Sala si concentra su una delle azioni più sciagurate di politica estera compiuta negli ultimi anni dall’amministrazione Biden, ovvero l’abbandono senza preavviso dei soldati americani dal suolo afghano, aprendo la strada al ritorno al potere dei talebani. Tutti ricordiamo le immagini delle persone disperate all’aeroporto di Kabul che cercavano di salire sugli ultimi arerei che lasciavano il paese.
L’autrice racconta anche qui storie strazianti di giovani costretti a subire il nuovo regime talebano. Zarifa, di 24 anni, è sindaca di un piccolo paesino e i talebani hanno tentato di assassinarla 3 volte, dopo averle ucciso il padre. Poi si incontrano Ahmad e Zahra, due giornalisti di 27 anni che cercano in tutti i modi di scappare all’estero. I talebani sono arrivati anche da loro e hanno minacciato e picchiato Ahmad.

Un coraggio esemplare

Nell’esercizio di immedesimarsi nelle situazioni affrontate dai ragazzi incontrati da Sala, si realizza l’importanza di certi valori e principi che in Occidente, in una certa misura, riusciamo a tenere intatti. Si comprende come sia di estrema importanza mettersi in gioco per mantenerli vivi e non darli per scontati. Ragazzi come Forouzan, Roman, e Zarifa riescono a farlo con brillantezza in situazioni di difficoltà che si fa fatica anche solo a immaginarle. Insomma, in queste tragedie si può trovare la luce di giovani che, contro ogni ingiustizia, si uniscono e combattono per la libertà propria e altrui. Calza a pennello una frase di Roosevelt: «fai quello che puoi, con quello che hai, nel posto in cui sei».
In conclusione, ritengo L’incendio di Cecilia Sala un libro potente, che riesce in poche pagine a informare il lettore sulle crudeltà dei regimi dittatoriali, combinando efficacemente esperienze personali a spiegazioni storiche e politiche sui tre paesi in oggetto. Un gioiello che è anche uno schiaffo in faccia sulla crudezza del mondo, che pare si stia “incendiando” così in fretta in questi ultimi anni.
Insomma: un must-read.

Print Friendly, PDF & Email

Andrea Perotti

Nato nel 1999, laureato in European and International Studies a Trento. Quando non mi interrogo sulla complessità del mondo, faccio sport per non andare di matto. Appassionato di economia politica, montagne e ciclismo.

Aggiungi commento

Clicca qui per postare un commento

Tag

accoglienza accordo di Parigi adolescenti africa aiuti per le famiglie al jaber alloggi amazon ambiente ammissione amore animali notturni anoressia antiveduto app archeologia ariston armenia armi arteterapia artiterapie artsakh attualità autostima Azerbaigian azerbaijan bambini banche Basevi batteria beatrice berlusconi Bielorussia binge eating BLM bocconi bodyshaming Bologna Bubble bulimia cambiamento cambiare cammino canale capitalismo Capitol carcere cartone animato casa casa della arità cena dei popoli censura ChatGPT chiesa cibo Cipro cittadinanza CNR colonialismo comboniani combustibili fossili comitato competizione complottismo comunità confini conflitto contraffazione contratto convivenza cooperazione cop28 corey corpo corsi costituzione covid covid-19 crid cristianesimo cuba cultura DAD Dante dca democrazia denaro depressione detenuti dialogo dialogo interreligioso didattica digitale digiuno diritti umani diritto dissenso disturbi comportamento alimentare Divina Commedia divorzio divulgazione dopamina Dozza e-money ebrei ecologia ecologia mentale economia economia circolare editoria educazione emozioni energia Erdogan esami esperienza estate estero etica Europa eventi evidenza e voi come vivrete? famiglia fantascienza festival filatelia film filologia fisica food waste Fortnite francia francobolli fuori sede gender-gap genitori spazzaneve germania gerusalemme Gesù ghali giappone giornalismo giovani giuliano amato greco gruppi hikikomori hiking Howard University IA IA Act ignobel IIT il ragazzo e l'airone il signore degli anelli immigrazione inadeguatezza India indifferenza inferno infodinamica inquinamento insegnamento intelligenza artificiale intervista Islam isolamento israele istruzione italia Jefferson jihad Karl Popper land-grabbing laudato si' Laura Spinney laurea lavoro lavoro agile legge 91 letteratura lezioni libertà libri liceo liguaggio lockdown lucrezio luddisti lulea manifestare manifestazione Marco Crepaldi Maria Chiara Carrozza mario caironi matrimonio medicina memoria mentana Mia Couto michele ottonello migranti milano minori stranieri non accompagnati missione mistero MIUR miyazaki molinari montagna Montaigne Montresor moschea mozambico musica musicoterapia nagorno-karabakh Napoleone NAtale NBA net-zero emission Netflix no profit obiettivi occidente old enough omelia online onu oratorio orientamento ospedale outdoor pace Pakistan palestina pandemia papa francesco paradiso parcoursup Patrick Zaki piero angela pila Pinguini Tattici Nucleari pizza plaestina pluralismo politica polizia povertà preghiera presepe primavera araba primo priorità processo psicologia quadrato magico ramadan rampini razzismo Recovery Fund religione repubblica italiana responsabilità rete rettore ricchezza ricerca interiore riforma rifugio riparare ripartire ritorno al futuro russia sacramento sag hej sanità sanremo san siro santa sofia satelliti sator scienza scoperta scrittura scuola senso sentiero italia serie servizio civile Seymour Papert skill smartphone smart working social società soft skill solidarietà solitudine spagnola spg spiegazione splitting spreco storia studenti studiare studio suicidio sviluppo sostenibile tempo liberato tenda terapia terrorismo terzo settore tesi tirocinio tolkien tom ford too good to go Travis Scott trento tribunale di venezia Trieste Trump tunisia Turchia uae ultima generazione uniamo Unical unimore Unione Europea unioni omosessuali Unitn università unviersità USA vaccino vangelo vendetta vestiti video videogame villaggio del fanciullo violenza vita volontariato web yoshiro youtube