Prosegue il nostro piccolo tour virtuale in alcuni atenei d’Italia, per ascoltare l’opinione dei rettori sull’attuale situazione coronavirus e capire meglio come sta rispondendo il mondo universitario. Dopo l’intervista al prof. Leone (UniCal), ringraziamo oggi per la disponibilità il prof. Carlo Adolfo Porro, rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
1) L’anno accademico sta continuando a svolgersi regolarmente anche grazie allo smart-studying: come giudica l’attività della propria università a questo riguardo? Quali sono le maggiori criticità messe in luce da studenti e docenti? Quali gli aspetti positivi?
UniMoRe è stata molto reattiva a rispondere all’emergenza coronavirus, predisponendo le lezioni online in una settimana. Sia i docenti, sia il personale tecnico amministrativo, sia gli studenti hanno risposto molto bene, capendo la situazione e mettendosi in gioco. Ovviamente la mancanza di un’interazione in presenza è sicuramente un limite che ha pesato, ma a cui abbiamo cercato di sopperire, e lo svolgimento degli esami a distanza, soprattutto gli scritti, rappresenta una criticità che stiamo cercando di risolvere.
L’aspetto più positivo è la già menzionata disponibilità a mettersi in gioco da parte di tutti per superare questo periodo difficile, grazie alla quale è stato possibile continuare quel dialogo tra studenti e docenti indispensabile a garantire la qualità formativa dell’insegnamento. Ma credo che questa situazione abbia anche fatto ragionare i docenti sull’opportunità di aggiornare e rivedere i propri insegnamenti, rinnovandone i contenuti. Infine ha permesso di sperimentare nuove forme di interazione e di collaborazione che potranno anche in futuro integrare o essere complementari all’insegnamento tradizionale “in presenza”.
Proprio da questa settimana, è stata attivata anche la possibilità di prenotare colloqui on line con referenti di corso e uffici amministrativi, per avere ogni chiarimento e suggerimento sulla scelta del percorso formativo da intraprendere.
2) Fase 2: quali saranno gli elementi organizzativi della vita universitaria che subiranno maggiori trasformazioni?
Anche nella fase 2 molte attività didattiche rimarranno a distanza. Questo chiaramente non vuol dire trasformare la nostra università in una università telematica, ma dovremo affrontare questo periodo di transizione e graduale ritorno alla normalità accademica in maniera meno emergenziale, più strategica, in quanto non siamo colti di sorpresa. Abbiamo ora la consapevolezza che la transizione al digitale è una realtà e una sfida da cogliere, non una necessità.
La cosa positiva di questa seconda fase è che ripartiranno alcune attività di ricerca, comunque con cautela, riapriranno le biblioteche; ancora non si vedranno gli studenti in aula, ma l’Università tornerà poco a poco a ridiventare una comunità viva fatta di volti e persone.
3) Si sente ripetere spesso che «nulla sarà più come prima»: cosa significa questo per l’Università? Cosa le piacerebbe che cambiasse davvero in maniera definitiva e quali aspetti invece vorrebbe che venissero recuperati al più presto?
Sicuramente il rapporto di persona con gli studenti va recuperato al più presto, compatibilmente con la sicurezza di tutti e tutte. È fondamentale per gli stessi studenti e studentesse, risponde a una loro precisa attesa. Altrettanto importante è il rapporto con il territorio, con il tessuto economico e con il mondo della scuola: ambiti con i quali abbiamo cercato di mantenere uno stretto dialogo anche in questi mesi.
La certezza è che, quando ripartirà la didattica in presenza, docenti e studenti avranno fatto tesoro di quanto vissuto durante la pandemia e sapranno guardare con occhi nuovi a quello che prima poteva forse costituire una routine. Sono sicuro che saranno in grado di affrontare con slancio e passione il ritorno ad una “normalità” che va intesa non come abitudine, ma come equilibrio tra diverse esigenze.
4) A causa della purtroppo certa crisi economica, molti giovani potrebbero trovarsi in difficoltà a sostenere il pagamento delle tasse universitarie per i prossimi mesi: c’è qualche progetto di ateneo a riguardo?
Stiamo valutando diverse misure per andare incontro agli studenti, come ad esempio una diversa rateizzazione delle tasse universitarie.
Contiamo anche sulla Regione per una estensione e un rafforzamento del diritto allo studio, per evitare che gli studenti e le studentesse meritevoli rinuncino forzatamente all’università per motivi economici. Per quello che ci riguarda, cercheremo di moltiplicare gli sforzi – compatibilmente con la situazione economica generale del Paese – per recuperare risorse dagli enti territoriali, al fine di sostenere le iniziative e i sussidi in favore della comunità studentesca.
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