Se non hai mai sentito parlare di Fortnite o di Travis Scott sono solo due le possibilità: o hai più di cinquant’anni, o vivi in una caverna senza internet. Da una parte uno dei videogame più rivoluzionari e di successo, che nonostante un naturale calo di interesse non smette di attirare milioni di giocatori; dall’altra uno dei rapper più famosi e versatili del momento, capace oggi di collezionare più di 40 milioni di ascoltatori mensili sulla piattaforma Spotify. Una collaborazione tra questi due pilastri non poteva che essere un successo, e così è stato.
Giovedì scorso, all’una di notte italiana, 12 milioni di persone si sono collegate a Fortnite, per seguire quella che più di un’esibizione dell’asso americano è stata una vera e propria performance artistica. D’un tratto un immenso Travis Scott è apparso sugli schermi dei giocatori, monopolizzando l’attenzione tra colori sgargianti e cambi improvvisi di scenografia, il tutto tra le note dei brani più famosi dell’artista. Nel complesso sono stati cinque i concerti virtuali ai quali è stato possibile partecipare grazie al proprio avatar che ha vestito i panni di un vero e proprio alter ego digitale, in grado di ballare, interagire con gli altri giocatori e muoversi sul palco. Naturalmente non c’erano le classiche bancarelle da festival con in bella vista le magliette da vendere, ma per tutta la durata dell’evento è stato possibile acquistare equipaggiamenti a tema da utilizzare in game.
Ad ulteriore conferma del successo dell’iniziativa, Epic Games, ossia la casa di sviluppo di Fortnite, ha comunicato il numero degli spettatori finali complessivi: 27,7 milioni di giocatori unici per un record assoluto.
Questa stravagante seppur non unica sinergia ha reso tutti contenti: Fortnite si è assicurato un forte ritorno di immagine, oltre ad aver riportato molti giocatori sui propri server, mentre Travis ha visto i suoi brani tornare a scalare le classifiche musicali, ma soprattutto ha colto l’opportunità del concerto per lanciare in anteprima il suo nuovo brano, The Scotts.
Ed è forse stata questa l’intuizione più geniale del duo, il quale ha stravolto le modalità di fare musica durante la quarantena, alzando inevitabilmente l’asticella. In un periodo in cui spopolano le classiche e a volte monotone dirette Instagram, e in cui si sprecano collaborazioni tra gli artisti più disparati, il desiderio generale è quello di offrire un’esibizione e un’esperienza quanto più simili alla realtà, cercando di superare i confini della tecnologia. Il limite più grande resta però rendere concreto ciò che per natura non lo è: l’esperienza digitale non potrà mai sostituire del tutto quella concreta. La necessità è quindi reinventarsi: il mondo multimediale non deve richiamare la realtà, ma anzi deve essere in grado di proporre un’esperienza radicalmente diversa, attraverso sperimentazioni impossibile da replicare, riuscendo a garantire contenuti innovativi e intriganti, in completa rottura con la monotonia social. In questo Fortnite e Travis Scott sono dei veri pionieri.
Già da alcuni anni l’ambiente musicale si sta intrecciando a nuove realtà, trovando linfa vitale nei social e nelle ultime tendenze. L’attuale condizione globale non ha fatto altro che accelerare questo processo di sperimentazione, aprendo una nuova dimensione nel rapporto tra artista e ascoltatore: un concerto dal vivo non potrà mai essere sostituito, ma nuove dinamiche stanno prendendo forma: forse il futuro è più vicino di quello che crediamo.
Leggo volentieri questa bella riflessione. E leggo anche il pezzo di Sheffield su “Rolling Stones” (https://www.rollingstone.it/opinioni/opinioni-musica/vivere-senza-concerti-durante-la-pandemia/516375/?utm_content). A cosa si rinuncia non andando a un concerto live? Si tratta solo di questione emotiva? Il concerto non è anche incontro, scambio, relazione? Non so quanto gli strumenti digitali possano sostituire in toto questa dimensione intersoggettiva… Forse, sotto sotto, sta mutando la definizione stessa di relazione. Penso sia importante seguire l’evoluzione, essere critici, porsi domande e dialogare.