Gli enti no profit (ONLUS, ODV, APS…) rappresentano una realtà di notevole importanza per il ruolo che rivestono nella nostra società.
Tali enti danno un impulso alla collettività in campo formativo, culturale, ricreativo, oltre che essere di aiuto garantendo assistenza e ascolto verso le persone più bisognose.
Il Codice del Terzo settore rappresenta l’inizio di una nuova era per il mondo associativo e del volontariato, in quanto modifica le regole del gioco, sia in ambito civile che fiscale. Andrà cioè a mettere ordine in una materia che è sempre stata ricca di notevoli complessità, farcita anche di luci ed ombre.
Saranno considerati «Enti del terzo settore» coloro che saranno iscritti al grande RUNTS, acronimo di Registro Unico Nazionale degli enti del Terzo Settore.
La non iscrizione dell’ente a questo registro comporterebbe la perdita di tutti quei benefici che gli enti no profit attualmente hanno, con conseguente obbligo di scioglimento e devoluzione del patrimonio.
Ma questo concretamente cosa comporta? Vediamo insieme quali sono i principali aspetti positivi e negativi che possiamo sottolineare.
Pro
Come detto precedentemente, la riforma mette ordine al caotico contesto normativo di questo settore, provando a dare maggiori regole e paletti per chi vorrà aderire a questo registro.
Resta ancora la possibilità di non vedersi tassare le quote associative versate dagli associati appartenenti all’ente, per il fine puramente filantropico-benefico che rivestono.
Inoltre, è prevista la possibilità di svolgere attività che non rientrano nell’oggetto associativo, con il fine di conseguire la mission posta dall’ente in sede di costituzione. Questo rappresenta un argine al caos dovuto alla difficoltà dell’ente di reperire risorse economiche e finanziarie, in grado di mantenere l’associazione stabile e indipendente.
Cons
La rigidità delle norme che sta piombando sugli enti no profit è un punto sicuramente da non sottovalutare per chi vorrà aderire al registro. La volontà dello Stato è quello di mettere al riparo il mondo associativo dagli scandali che hanno segnato in negativo questa realtà.
Ci sono state (e ci sono tuttora) parecchie notizie riguardanti potenziali operatori economici che hanno usufruito di agevolazioni, in ambito operativo e fiscale, per attività che non avevano a che fare con il mondo no profit.
Detto ciò, non è improbabile che questa rigidità avrà come conseguenza l’estinzione di molti enti, la maggior parte dei quali fornisce un effettivo aiuto alle comunità del nostro territorio.
Considerazioni finali
Fornire un giudizio unilaterale sarebbe incauto, in quanto il tema è ricco di grandi complessità. Difficile prevedere come andrà la faccenda.
Sta di fatto che moltissimi enti si troveranno veramente in difficoltà ad adeguarsi alle nuove norme messe in campo dal legislatore.
Al tempo stesso, l’opportunità e i nuovi orizzonti che si aprono agli enti no profit rappresentano un passo molto importante verso una maggiore efficienza, in senso operativo e finanziario, necessaria per la sopravvivenza nel nuovo mondo no profit.
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